9.4.06

Via 32ª = 64-47

Attività interiore
L’attività interiore umana può essere concreta o astratta, razionale o emotiva, maschile (cioè prevalentemente intellettuale) o femminile (prevalentemente immaginativa, ispirativa, e intuitiva).
Per esempio, se io affermo che l’uomo è animale in quanto mammifero della specie animale, la mia affermazione è astratta, dato che in astratto è vero che l’uomo appartiene alla specie animale. Però solo grazie a un contenuto di pensiero concreto posso sapere perché la chiocciola si trovi ad un gradino di organizzazione più basso rispetto al leone, ed il regno animale più basso rispetto al regno umano.
Altro esempio: in base a sperimentate paure traumatiche, cerchiamo regole in grado di preservarci da esse, e come nei tempi passati l’antico soldato doveva portare l’elmo, così nei tempi attuali il motociclista deve portare il casco e l’automobilista mettersi le cinture di sicurezza prima di partire. Quando però le emozioni hanno in noi il predominio, il più delle volte si genera confusione, e ciò nella misura in cui assillanti pressioni mentali(1) generano - nonostante i tentativi di razionalizzare e dare un senso alle nostre esperienze - strutture astratte di pensiero, poggianti su rappresentazioni mentali obsolete o anacronistiche. Da qui l'esigenza interiore di accettare la pressione mentale, sviluppando maggiore pazienza al fine di dare maggiore concretezza al nostro pensare. L’insufficienza di serenità e di costanza rendono infatti il pensiero debole, non solo in senso individuale, ma portando poi all’esaurimento tutto l’organismo sociale: “tempi di miseria sono il contrario del successo. Ma essi possono condurre al successo se si incontra l'uomo adatto. Se un uomo forte è assillato, egli rimane sereno nonostante il pericolo, e questa serenità è la base di successi ulteriori. È essa la costanza che è più forte del destino”(2).
Un esempio classico di “esaurimento” dell’organismo sociale dovuto a pensiero debole, o “pensiero esaurito”, fu quello della crisi economica americana del ’29, da cui gli USA uscirono solo “grazie” alla seconda guerra mondiale.
Un altro esempio classico è quello del tempo attuale, storicamente connesso agli eventi di Bretton Woods: quando la seconda guerra mondiale non era ancora terminata, il 1° luglio 1944, i delegati di 44 Stati, tutti i Paesi che si battevano contro il nazifascismo tranne l’URSS, si riunirono a Bretton Woods, una piccola località del New Hampshire, con l'obiettivo di stabilire regolamenti economici per un nuovo sistema monetario internazionale post bellico, che scongiurasse il ripetersi della disastrosa esperienza storica del periodo successivo alla prima guerra mondiale.
Il sistema di Bretton Woods, che durò per un periodo di oltre un quarto di secolo, durante il quale la vita economica prosperò come non mai (era il tempo del cosiddetto bum economico), funzionò senza intoppi soprattutto lungo tutti gli anni Cinquanta, in cui la Federal Riserve americana finanziò il processo di ricostruzione delle economie europee e giapponese attraverso ingenti prestiti di dollari e movimenti di capitale a breve e lungo termine. Poi però iniziarono nuovi problemi, costituiti dalla carenza di dollari in relazione alle necessità di espansione del commercio internazionale. Infatti, dato che la produzione di oro cresceva molto più lentamente della crescita in valore del commercio internazionale, la domanda del dollaro come mezzo di pagamento internazionale era in continua crescita.
Perciò gli USA incominciarono a stampare cartamoneta come se piovesse, dato che in base alle “furbe” dinamiche della cosiddetta riserva frazionaria e del signoraggio ciò era possibile. Infatti col signoraggio si può “pagare le merci importate semplicemente stampando moneta, senza alcuna contropartita reale")(3). E con la riserva frazionaria si può decuplicare magicamente una somma come ridere.
Oggi tali dinamiche - che sono appunto un esempio di pensiero astratto, generatore di carestia concreta in tutto l’organismo sociale, costituiscono la norma.
La massaia questo “lo sa” perché lo percepisce continuamente ogni volta che va al mercato, però non ne conosce le dinamiche, così come non può conoscerle il cittadino scientificamente rapinato e scientificamente persuaso ad essere schiavo: l’attività interiore della cittadina intuisce infatti che non ci vuole grande immaginazione o ispirazione per accorgersi che il pane aumenta di prezzo rispetto a ieri; l’attività interiore del cittadino crede nella possibilità di risolvere il problema economico e sociale attraverso il livello intellettuale mediante il quale gli appare inquadrato dal suo partito politico. Oltretutto, entrambi, cittadina e cittadino, essendo schiavi, cioè costretti a lavorare per mangiare, non hanno il tempo materiale per studiare alla radice la questione, e sudano tutto il giorno per portare in banca rarissimi risparmi, sempre più impossibili, dato il costo della vita.
Ecco dunque l’importanza di delineare le dinamiche della riserva frazionaria e del signoraggio alla luce dell’attività interiore umana, affinché mascolino e femminino siano integrati e non disintegrati dai problemi sociali. La “riserva frazionaria” è infatti alienazione essenziale fattasi convenzione sociale, in quanto riguarda DENARO FINTO. Fino a quando il cittadino non fa CHIAREZZA INTEGRALE IN SE STESSO su questa alienazione, “il sistema”, ovviamente, gli mangia pian piano tutti i suoi sudati risparmi.
Il processo per cui le banche prestano DENARO FINTO, caricandolo di interessi e indebitando tutti, non riguarda solo le banche emittenti, ma tutte le banche. Per comprendere ciò, occorre partire da lontano, quando la valuta era costituita da pietre preziose, oro, pepite, ecc. Per ragioni di sicurezza, si cominciò a depositare queste rarità presso chi disponeva di banchi blindati, adatti a custodirle, cioè presso gli orafi, che emettevano, per esse, ricevute cartacee (note di banco, onde il termine “banconote”). In tal modo si poteva “barattare” meglio ogni mercanzia, ritirando, quando necessario, parte dei propri depositi (spostare tutto quell’oro sarebbe stata infatti un’operazione molto poco pratica). Perciò si cominciò lentamente ad accettare come valuta quelle ricevute, sulle quali iniziò poi ad apparire la scritta “Pagabile a vista al portatore”. E fin qui, tutto bene.
La percezione però insegnò ben presto ai gestori dei banchi una costante: ognuno prelevava sempre e solo una “frazione” dei propri averi. Da qui il ragionamento truffaldino: “Perché allora non “prestiamo” certificazioni (denaro) a chi non possiede oro, tassandole di interessi aurei?”. La truffa avrebbe potuto essere scoperta solo in presenza dell’improbabile concomitanza di due fatti: che si fossero emesse troppe certificazioni, e che tutti i clienti si fossero contemporaneamente presentati per scambiarle con l’oro. Perciò si cominciò ad emettere banconote (di possesso aureo) in eccesso rispetto alla quantità dell’oro effettivamente custodito (per farsene un’idea: se l’intera Italia fosse oggi ceduta ai banchieri come risarcimento del debito, ci vorrebbero diverse “Italie” per saldarlo completamente). La maggior parte di banconote prestate si riferì sempre più ad oro inesistente. Per esempio: il corrispettivo in oro di tutta la valuta che girava per il mondo nel 1995 ammontava ad un corrispettivo di ben 75 MILIONI DI TONNELLATE, ma tutto l'oro del mondo non supera le 200 MILA TONNELLATE! Dato che parlare per numeri è meno efficace che parlare per immagini, la proporzione è di TRECENTOSETTANTACINQUE ad UNO. Immagina dunque il valore di 375 case in rapporto ad UNA sola casa, ed hai il rapporto valuta-oro del 1995!
Questo è di fatto il sistema bancario attuale che controlla il mondo!
E i governi sommersi fanno mostra di affannarsi disperatamente per pagare interessi su denaro che non è mai esistito, non esiste, e mai esisterà.
Questo è il centro del problema da risolvere. Non si tratta dunque di votare un cameriere dei banchieri piuttosto che un altro cameriere dei banchieri.
Per ogni 1000 euro che il risparmiatore deposita i banca, la banca “presta” e carica di interessi almeno 10.000 euro, e ciò grazie al sistema sistema esponenziale detto “riserva frazionaria”, che implica che basta blindare, cioè assicurare realmente, una “frazione” (un decimo circa, appunto) dei depositi bancari totali, o “riserve”, e nessuno si accorge di niente!
Insomma, in nome della salute economica data dalla “circolazione” monetaria, si fa circolare ciò che non c’è, creando moneta fasulla (virtuale): le banche contano sul fatto che quei depositi non verranno mai richiesti (pretesi) da tutti i risparmiatori contemporaneamente. Se ciò avvenisse, tutto il sistema andrebbe in tilt, dato che nessuno potrebbe ritirare alcunché.
Ecco perché nella maggior parte dei paesi in cui le banche sono istituite, ci sono regole o leggi che permettono ad un istituto bancario di chiudere i battenti se troppi risparmiatori esigono indietro i loro soldi tutti insieme.
In sintesi, la banca crea denaro dal nulla, scrivendo solo cifre sullo schermo di un computer, ed una grossa fetta delle tue tasse va alle banche per pagare l’interesse su denaro creato in questo modo.
Ma le tasse non dovrebbero forse servire per alleviare davvero la povertà e la fame di tutti? Se tutto il sistema monetario fosse modificato per servire il popolo sovrano e non le banche, tutte le tasse non avrebbero più ragione d’essere. Avremo una “decima” giusta, e non al contrario (signoraggio su “finto denaro”). Il raggiro è completato dal fatto che se rimani indietro nel pagamento degli interessi su denaro - che non esiste -, la banca può prenderti l’auto, la casa ed altri beni - ricchezze che esistono.
In definitiva chi porta denaro in banca non lo vede più. Può solo credere di averlo. Tutto si basa su fede o fiducia in un credito inesistente.
Per verificarlo prova oggi stesso a dire alla tua banca che vuoi prelevare tutto il tuo conto corrente. Subito ti accorgi che è impossibile, in quanto il fattore “tempo” - denigrato dai detrattori dell’idea poundiana del denaro datato - ora diventa massimamente rispettato. Così è diventata convenzione sociale che il pagamento di interessi su “prestiti” bancari risucchi la ricchezza reale del pianeta.
Di chi è allora la colpa allora se si pensa debole e le nostre tasche sono vuote?
“Chi si lascia spezzare interiormente dall'esaurimento non ottiene successo”(4).
D’altra parte è impossibile pretendere l’ordine nell’organismo sociale prima del compimento(5) di esso nell’attività interiore. “Ricondurre il mondo dallo scompiglio all’ordine è un compito grande pieno di responsabilità”(6). I politicanti del PIL (prodotto interno lordo) sono responsabili del calcolo del PIL? Responsabile significa “capace di dare responso”.
Dunque delle due l’una o il calcolo del PIL è scientifico, e allora dovrebbe essere alla portata del cittadino che voglia pazientemente verificarlo, oppure il PIL è il PIL-ASTRO DELLA TRUFFA, su cui si basa il signoraggio degli attuali signori della cartamoneta degenerata, che genera tempi di miseria, di assillo e di esaurimento in tutto l’organismo sociale. Infatti solo attraverso il pensiero debole si può accettare che il PIL sia l’oculato calcolo dei signori creatori della moneta dal nulla.
Riassumendo l’esempio di attività interiore astratta e di dominio sul concreto: il 15 agosto 1971, Nixon annunciò a Camp David la decisione di sospendere la convertibilità del dollaro in oro. L’abrogazione degli accordi di Bretton Woods svincolò il dollaro dal cambio con l'oro. Questa data (agosto 1971) costituisce una pietra miliare nella storia del denaro: è il momento cruciale per comprendere la vera natura della moneta. Da allora, infatti, il denaro è definitivamente svincolato da ogni relazione con l'oro. Da allora, i paesi hanno continuato a stampare denaro, fondandolo senza una base “solida”, cioè sul nulla, che hanno chiamato PIL ma solo per mascherare la truffa, dato che fino al 1971 tutti gli economisti erano concordi nell’affermare che il calcolo del PIL è un’impossibilità scientifica.
L’attività interiore del pensiero debole è dunque, fino a prova contraria, truffaldina, dato che prestare denaro è una prerogativa del proprietario, e la banca emittente è per legge dichiarata proprietaria del denaro all'atto dell'emissione, anche se dal 1971 continua ad emettere denaro senza alcuna garanzia di riserva.
La strategia di dominazione dei mercati è basata sulla confusione, deliberatamente preordinata nella coscienza del cittadino, tra i due concetti di valore creditizio e valore convenzionale. La non consapevolezza della differenza fra valore convenzionale e valore creditizio permette a poche famiglie di furbi guerrafondai di dominare il mondo e schiavizzare il popolo esattamente come ai tempi di Iside e delle piramidi: spacciando sottoforma di titolo di credito il valore convenzionale, il sistema bancario consegue lo scopo di appropriarsi dei valori convenzionali prodotti dalla collettività, in quanto è chi accetta una convenzione che crea la convenzione stessa, e quindi è la collettività che, accettando la moneta come unità di misura e mezzo di pagamento ne crea e ne conserva il valore, e, di conseguenza, ne dovrebbe detenere la proprietà.
La disintegrazione dell’organismo sociale è opera esclusiva del pensiero debole. La soluzione è l’integrazione della sua forza.
L’attività interiore debole si rafforza nella misura in cui l’elemento femminino (livelli: immaginativo, ispirativo, ed intuitivo) ed il mascolino (livello intellettuale) si integrano.
“Perciò in tempi di bisogno è opportuno essere INTERIORMENTE FORTI ed esteriormente di poche parole”(7).
Il rafforzamento del pensare attraverso la reintegrazione delle sue parti (femminino e mascolino) è un compito che precede il compimento del vero ordine dell’organismo sociale: “è un compito che promette riuscita, visto che sussiste una meta capace di unire le forze divergenti”(8).
Occorre solo procedere con pazienza e con la necessaria accortezza,
capace di tendere l'orecchio ad ogni scricchiolio del “sistema” e di ricercare con cura dei punti di forza sempre più sicuri. Ecco perché “nei tempi prima del compimento [dell’ordine sociale] ponderazione e prudenza sono le condizioni necessarie per il successo”(9).
Il tentativo di mettere insieme tutti i puzzle delle nostre esperienze per dare così il senso alla nostra vita si rivela a volte opprimente, soprattutto se non si impara ad avere pazienza. Invece, tramite l'esperienza della pazienza, si può raggiungere, al di là della confusione, il concreto pensare universale.
Grazie alla pazienza, l'impulso ad agire prima del compimento dell’ordine sociale, può trasformarsi in attività interiore concreta, vale a dire nella capacità di portare alla luce, per il collettivo, spunti realmente innovativi, come quello seguente.

Dopo aver mostrato nel precedente esempio come l’attività interiore astragga dalla realtà un debito fittizio a danno di tutto il collettivo, quanto segue è un esempio di attività interiore concreta, vale a dire: intellettuale, immaginativa, ispirativa, e intuitiva, applicata alla risoluzione di un ipotetico problema sociale costituito da debito reale.

Ipotizzando che un debito pubblico costituisca una realtà di cui si possa effettivamente prendere atto, la risoluzione dovrebbe consistere nel saldare tale debito, esattamente come si fa quando si ha un normale debito con qualcuno: si restituiscono i soldi.
L’attività interiore indirizzata a rinvenire la somma di denaro da restituire a colui che ce lo ha prestato, se è concreta, non può pensare astrattamente alle tasse. Può però convertire il moto del pensiero relativo al prelievo fiscale! Se infatti si indirizzasse tale pensiero alla massa monetaria universale, cioè all’intero capitale del popolo, anziché ai redditi individuali della cittadinanza, ci sarebbe equità fiscale universale, dato che tutti pagherebbero le tasse.
Questa attività interiore concreta è concreta, cioè pensiero organico, in quanto il livello intellettuale non si limita a prendere atto dell’iniquità dell’attuale fiscalità reddituale - iniqua in quanto costringe tutti i contribuenti (soci che contribuiscono al mantenimento dello Stato sociale), tranne i contribuenti consumatori, a scaricare le tasse sul prezzo delle merci e/o delle prestazioni -, ma integrandosi con il livello immaginativo, quello ispirativi e quello intuitivo del pensare, è in grado di trasformare la protesta intellettuale sull’iniquità della tassazione in proposta sociale su una neofiscalità universale reale. Infatti il livello immaginativo può sapere, senza averne percezione materiale, che un decimo di ciò che il cittadino guadagna può servire benissimo a compensare l’inadeguatezza di tutti gli altri cittadini che non guadagnano (essendo vecchi o malati o indisposti per altri motivi al lavoro, cioè a produrre benessere). Infatti quando immaginiamo, superiamo la dimensione spaziale, e penetriamo in quella del tempo: se per esempio io immagino un tavolo, devo rappresentarmelo, e poiché ho a che fare con la memoria, ho l'esperienza del tempo. Se invece percepisco il tavolo reale che mi sta di fronte ho l'esperienza (di tipo passivo) del mero spazio, vale a dire: sperimento il tavolo secondo logica intellettuale, che è il livello inferiore dei quattro livelli di logica (ovviamente non in senso morale).
Applicando il livello immaginativo all’intellettualismo matematico della tassazione astratta sul reddito individuale mi accorgo infatti che il pagamento universale della “decima” è ciò che ha permesso nel tempo la prosperità nell’antico popolo biblico, cioè a tutta l’umanità.
Applicando il livello ispirativo, ho la possibilità di conoscere la realtà che sta a fondamento di questa interiore logica immaginativa, e dato che “ispirare” deriva dall'analogia esistente con il processo “respiratorio” posso per esempio mostrare a me stesso che ciò che è vero per il regno vegetale attraverso la fotosintesi clorofilliana, la quale permette l’ossigenazione e la vita, può verificarsi anche a livello di economia umana, dato che nell’economia umana la moneta è il sangue da ossigenare continuamente nel tempo affinché sia vitale.



Vedi in nota la spegazione delle illustrazioni

Il livello intuitivo è quello in cui tu ti accorgi che puoi stare col tuo io dalla parte della risoluzione del problema (psicologico, o sociale, o monetario, ecc.) anziché dalla parte del problema di cui prendi intellettualmente atto.
Come la parola “io” può essere sempre pronunciata e spiegata come qualsiasi altra parola, però la si può sperimentare nella sua realtà solo per riferirsi a se stessi, allo stesso modo il problema sociale diventa risolvibile nella misura in cui lo risolviamo attraverso il nostro io individuale. Nessun altro, infatti, può chiamarci io. Per chiunque, noi siamo un tu e gli altri sono un tu per noi. Questo perché viviamo tutti e assolutamente dentro di noi. Mediante il livello intuitivo della logica possiamo essere, proprio come accade con l'io, in tutte le cose e in tutte le creature, dunque anche nel problema da risolvere e nella risoluzione dello stesso. È una questione di scelta e/o di libertà questa: o si sta dalla parte del problema, oppure si sta dalla parte del suo superamento. L'uomo è capace di amore vero e universale solo se, distinguendo fra il suo io fisico ordinario e il suo io superiore, sceglie le dinamiche di quest’ultimo per rapportarsi ai suoi simili.
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NOTA ESPLICATIVA SULLA "FOTOSINTESI" MONETARIA: Come la fotosintesi è un processo che traspare nel verde delle foglie capaci di immagazzinare energia solare liberando ossigeno e sosanze nutritizie, allo stesso modo il prelievo fiscale potrebbe essere un procedimento trasparente: nel complesso fogliare, inteso come "polmone monetario" dello Stato di diritto, capace di immagazzinare capitale (massa monetaria universale) liberando "talenti" in forma di moneta per tutti, e talenti in forma di creatività per il nutrimento culturale della società. Attraverso la "respirazione" dello Stato così risanato nel diritto, si ottiene "acqua" ed "anidride carbonica": l'"acqua", cioè la "liquidità", rende possibile il continuo "ricambio" metabolico sociale della cultura. L'anidride carbonica (sostanza ben solubile nell'acqua) è il prodotto ultimo dei processi respiratori di tutti gli organismi viventi. In senso sociale, è una percentuale annua, l'antica "decima", che potrebbe regolare una NEOMONETA, datata affinché non avveleni più l'economia. Il processo ultimo dell'attività statuale (ultimo non solo in senso teleologico ma anche in senso temporale, in quanto uno Stato anacronistico, o fuori dal tempo, non potrà più adottare, appunto, una "moneta a tempo", e dunque non dovrà mai più occuparsi di una logica diversa dalla sua, la quale fino a prova contraria è quella che compete al diritto: per il governo, la sicurezza, la giustizia amministrativa, ecc., non per il mercato. Dovrebbe insomma essere capace di garantire solo la trasformazione della velenosa moneta-debito nella vitalità della moneta-credito, socializzabile come reddito di cittadinanza (RDC) e diritto alla vita, attraverso una moderna e non anacronistica concezione del prelievo fiscale. Infatti, gli unici uomini, legittimati a prendere decisioni in campo monetario, dovrebbero essere i produttori di beni economici, con esclusione di qualsiasi altro soggetto: perché solo coloro che sanno produrre beni, immettendoli sul mercato e attribuendovi un prezzo (dichiarandosi con ciò disposti a cedere una certa quantità di prodotto contro una certa quantità di moneta) sanno anche introdurre reale moneta nell'organismo sociale, creando l'unica base necessaria e sufficiente per la nascita del valore vero dei soldi.
(1) Kkunn, L’assillo (l’esaurimento), in “I King (Il libro dei mutamenti)”, Ed. Astrolabio, Roma 1950.
(2) L’assillo (l’esaurimento), in “I King”, op. cit.
(3)
http://www.rifondazione.it/statosociale/pdf/030627economia5.PDF
(4) L’assillo (l’esaurimento), in “I King”, op. cit.
(5) Ue tsi, Prima del compimento, in “I King (Il libro dei mutamenti)”, Ed. Astrolabio, Roma 1950.
(6) Ibid.
(7) L’assillo (l’esaurimento), in “I King”, op. cit.
(8) Ue tsi, Prima del compimento, in “I King”, op. cit.
(9) Ibid.