Via 22ª = 26-44
Principio economico e sociale del minimo mezzo
Il dono del principio socio-economico del minimo mezzo è la più alta capacità dell’essere umano finalizzabile a scopi altamente sociali. È forza domatrice grande (esagramma 26) collegata alla facoltà conviviale del farsi incontro all’organismo sociale (esagramma 44) con conoscenza-reminiscenza delle capacità altrui, e con capacità di conferire ulteriori facoltà evolutive ai soci. Pertanto questo è il potere per eccellenza, la cui comprensione in profondità, promette beneficio non solo al suo portatore ma a tutto l’organismo sociale in cui è inserito. Equità, fraternità e benessere dipendono da tale comprensione.
Chi possiede questo dono a metà, per es., in merito a riferimenti astrali con uno solo di questi due esagrammi (26 o 44) deve stare all’erta in merito al suo “uso”, se non vuole procurarsi svantaggi procedendo con esso alla cieca. Infatti se, per es., è meramente mosso dal solo fine di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, dovrebbe essere poi anche in grado – proprio per non generare iniquità - di trasformare l’aforisma “il fine giustifica i mezzi” nell’altro più saggio che recita "il mezzo ingiusto rende iniquo il fine giusto"(Lutzu); se invece, sempre per es., è mosso dal mero fine di manipolare egoisticamente le persone, allora non sa ingrandire gli altri, e rischia di incarnare lo spirito mefistofelico (o arimanico, che sostituisce il dio trino col dio quattrino, assoggettando i popoli) la cui volontà è solo quella di inginocchiare il mondo intero.
La costituzione fasulla delle cosiddette “persone giuridiche" (per es., le società per azioni con scopo di lucro) non è altro che un esempio percepibile dell’uso iniquo di questo potere, e poggia su tale diabolico (mefistofelico) principio di mera manipolazione delle persone attraverso la loro succubanza al lucro, promesso irresponsabilmente da dette “persone giuridiche”.
Chi invece ha integralmente in sé questo dono, come nel caso di questo oroscopo, riesce con maggiore facilità ad usare questo potere, in quanto il principio economico e sociale del minimo mezzo è per lui un principio fisiologicamente genetico: egli sa essere selettivo; e fra il vendere come "oro" la sua merce anche se oro non è, ed il vendere come “merce” il suo oro con l’aggiunta del suo talento nel lavorarlo (ed è risaputo che talento e lavoro, non essendo merce, non hanno prezzo), sceglie quest’ultima opzione. Così facendo, egli volge a proprio favore le situazioni, le quali ne risultano anch’esse beneficate.
Abile a trovare tutti i possibili mezzi di sopravvivenza, potresti addirittura sopravvivere senza far nulla di materiale o di faticoso. Sei infatti massimamente attirato da lavori immateriali, capaci di offrire una vita dignitosa. Sei pertanto potenzialmente anche un ottimo manager, in quanto questo potere riguarda in profondità la reminiscenza, la cui sindéresi conserva le passate memorie dell'imprinting cellulare genetico. Ed è proprio questo che ti rende molto efficace nell’agire in base al ricordo delle tue esperienze passate.
APPROFONDIMENTO
Il seguente approfondimento riguarda la tua capacità di CONFERIRE ulteriori facoltà a coloro che si associano culturalmente, giuridicamente, o economicamente, a te.
La capacità di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, è espresso da un principio economico detto "del minimo mezzo", la cui essenza non è giuridica, ma viene impropriamente, cioè furtivamente, surrettiziamente, assegnata al diritto, per cui tale principio economico è detto anche “principio di diritto commerciale”. Si tratta del principio, assunto come criterio normativo dal 2° comma dell'art. 2253 del codice civile, che recita: "Se i conferimenti non sono determinati, SI PRESUME CHE I SOCI SIANO OBBLIGATI A CONFERIRE […] QUANTO È NECESSARIO PER IL CONSEGUIMENTO DELLO SCOPO SOCIALE".
Ciò che sfugge oggi al pensiero debole del materialismo giuridico di tutto il pianeta in merito alle cosiddetta “persona giuridica” – vale a dire alle società per azioni con scopo di lucro, è che LO SCOPO È IL LUCRO DEI SOCI, NON DELLE SOCIETÀ, e che scopo, mezzo e criterio per raggiungerlo, sono di natura economica, non giuridica. Di conseguenza anche il conferimento delle cosiddette quote sociali dev’essere realizzato secondo il principio del minimo mezzo, la cui natura è anch’essa economica e non giuridica. Infatti l’art. 2247 del codice civile recita: "Con il contratto di società due o più PERSONE conferiscono beni o servizi per l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli utili". Dunque LO SCOPO È IL LUCRO DELLE PERSONE, NON DELLE SOCIETÀ,
Nella misura in cui invece ci si associa culturalmente o economicamente tirando in ballo diritti di proprietà si costituiscono società astratte, “persone giuridiche”, veri e propri mostri giuridici, fantasmi giuridici, che in pratica “pelano” i cittadini, dopo averli convinti attraverso le scuole di Stato (dalle elementari fino all’università) e attraverso i mass media, che la responsabilità limitata di dette società è più importante di quella delle persone in carne ed ossa. In altre parole: si producono schiavi scientificamente persuasi che “società”, Stato, e sistema bancario, attraverso l’introduzione della persona giuridica il nuovo dio della persona in carne ed ossa. Qui sta il nervo scoperto del supercapitalismo occulto: nell’accettazione della persona cosiddetta “cittadino” di essere signoreggiata dal fantasma giuridico della persona cosiddetta giuridica. Il signoraggio bancario è conseguente e non precedente a tale accettazione dell’uomo a lasciarsi manipolare dall’uomo. Il mondo non è cattivo. L’esistenza dei manipolatori di capitali, il denaro sporco, la tratta dei bambini, la droga S.p.A, la banca vaticana (IOR), le guerre, ecc., non sono la dimostrazione che il mondo è cattivo, ma che l’uomo non usa il pensiero mondo, cioè universale, credendosi legittimato a pensare in modo immondo.
Come nello Stato socialista la proprietà è dello Stato e non dei cittadini, così nel Super Stato del Capitalismo occulto, che è quello dei fantasmi (società anonime, persone giuridiche, ecc.) la proprietà è dello Stato dei fantasmi (società anonime, persone giuridiche, ecc.) e non dei soci. Ecco perché le banche centrali, in quanto persone giuridiche, sono fatte credere pubbliche, mentre sappiamo tutti che pubbliche non sono (sono S.p.A. con scopo di lucro). Oggi dovrebbe essere il tempo in cui la confusione tra “giuridico” ed “economico” dovrebbe essere chiarita. E ciò dipende solo dall’autocoscienza umana, cioè esclusivamente dalla consapevolezza del principio economico e sociale del minimo mezzo. Chi riesce a comprendere questo principio acquista personale sovranità. Il cittadino sovrano non viene dal mondo esterno ma dal mondo interno, cioè dalla mia percezione che per conseguire lo scopo commerciale, non è necessario alcun diritto di proprietà. Io posso benissimo suonare col tuo pianoforte e generare commercio nel locale che tu gestisci. Non ho alcun bisogno di carte di diritto di proprietà per accorgermi che tu sei il proprietario.
Dunque, dato che l'attività commerciale consiste solo nella produzione e nello scambio, è possibile produrre senza bisogno di diritto di proprietà sul mezzo patrimoniale, dal momento che la produzione è un procedimento che, creando utilità, trasforma e aumenta il patrimonio nell'interesse del proprietario (da tale interesse viene anche il mio interesse, perché suonando col tuo pianoforte e nel tuo locale sarò ricompensato).
Ed è anche possibile lo scambio, cioè vendere la cosa altrui: se io faccio il rappresentante di un prodotto non ho bisogno della carta del diritto di proprietà di quel prodotto per venderlo, perché so in me stesso che sono il rappresentante, non il produttore. L’agente immobiliare non vende case come se fossero sue (il musicista, il lavoratore, il venditore, non sono truffatori, rapinatori, assassini: la natura dell’essere umano è buona).
Non essendo necessario che il patrimonio sia di proprietà di una società, è insensato pretendere che i soci debbano spogliarsi oltre che della disponibilità del loro capitale personale (vincolando il capitale allo scopo dell'impresa) anche del loro naturale diritto alla proprietà (diritto reale). E ciò vale tanto nel perseguire lo scopo sociale, quanto per soddisfare (e quindi garantire) i creditori sociali.
La proprietà del patrimonio, essendo mezzo sufficiente ma non necessario, non può dunque essere attribuito alla società. Tutti gli utili di spettanza appartengono ai soci. E i soci lo sanno. Allo stesso modo dovrebbero sapere, cioè essere informati che dove si immaginasse la società titolare del diritto di proprietà sul patrimonio, questo diritto sarebbe completamente svuotato di contenuto. In altre parole: il socio deve divenire consapevole che la società, per la tipicità dello scopo, non è capace di interesse patrimoniale proprio, e quindi di diritti di proprietà.
Oggi invece capita proprio l’opposto ed il cittadino, associandosi, cioè acquistando azioni, è turlupinato: credendo superstiziosamente alle societarie proprietà patrimoniali, è convinto che il socio azionista, perdendo il diritto di proprietà - che viene acquistato dalla “persona giuridica” all'atto del conferimento della cosiddetta quota sociale - abbia poi in cambio il diritto di credito per una parte proporzionale del patrimonio sociale e degli utili. Niente di più falso, dato che con questa superstizione si spoglia l'azionista, turlupinandolo completamente in due fasi: nella prima fase gli si toglie la proprietà, che viene attribuita alla “persona giuridica” all'atto del conferimento della quota; nella seconda fase lo si spoglia anche del valore creditizio del titolo attraverso le oscillazioni, manovrate in borsa dalla logica delle “persone giuridiche” stesse che, fino a prova contraria, è quella del “servirsi” e non del “servire”. L'azionista così, dopo essere stato spogliato della proprietà del capitale, abbandona definitivamente il proprio patrimonio nelle mani del sistema bancario, che è appunto il sistema delle “persone giuridiche” per eccellenza, giuridicamente agenti senza responsabilità nel pelare i “polli”, cioè persone in carne ed ossa, scientificamente persuase dalle scuole elementari fino alle università, ad essere illimitatamente responsabili e succubi rispetto a dette “persone giuridiche” da responsabilità limitate per legge! In altre parole: illimitatamente responsabili e succubi ai "Signori" del "signoraggio". E ciò può avvenire oggi solo in quanto il principio economico e sociale del minimo mezzo è surrettiziamente fatto entrare nelle coscienze come fattispecie giuridica, monopolio giuridico, mentre di fatto è essenzialmente un talento umano, generatore di economia e di cultura sane.
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