10.4.06

Via 12ª = 11-56

Curiosità rivolta al come ottenere pace, prosperità e giustizia

La curiosità di coloro che sperimentano un continuo flusso di idee, la maggioranza delle quali non possono essere applicate al reale, non può produrre pace (esagramma 11). Perciò questi curiosi, altrettanto facilmente, mutano idea, ed hanno continuamente bisogno di essere stimolati, per stimolare gli altri con nuove “idee di moda”.
La tua curiosità è rivolta invece all’“aumento del reddito naturale”, inteso come reale pacificazione degli esseri, e ti chiedi: come può la natura essere aiutata nella sua produzione? La risposta è: riunire superiori ed inferiori al fine di fare scaturire una volontà comune indirizzata al soddisfacimento del bisogni nel tempo presente (ibid.). Questo significa innanzitutto la capacità di distinguere gli strumenti necessari per la distribuzione dei prodotti a tutta la collettività. Goethe infatti diceva: per orientarti, devi prima distinguere e poi unire (cfr. I King, Ed. Astrolabio, nota 1 dell’esagramma 11, pag. 104). Gli strumenti sono i soldi. Ecco perché vengono chiamati “strumenti” monetari.
Detto con altre parole, ciò significa solo una cosa: dare attuazione al 2° comma dell'articolo 42 della costituzione. E questo è possibile dando ad ogni cittadino un minimo di sussistenza in attuazione del 2° comma dell'articolo 42 della costituzione, proprio per rispettare la costituzione. La costituzione va rispettata da tutti, anche dai consigli comunali. E siccome questa norma della costituzione italiana è stata sempre ignorata, bisogna dire ai consiglieri comunali e ai sindaci che è ora di rispettare quel comma, perché esso parla dell'accesso alla proprietà per tutti. Ecco che diventa allora proponibile la creazione giuridica reale di un diritto alla vita, cioè un diritto della persona con contenuto patrimoniale, dando ad ognuno un po' di "crediti", moneta nuova, moneta comunale: moneta intesa come proprietà.
Senza questo orientamento di distinguere ed unire superiori ed inferiori, continuiamo ad usare le nostre esperienze passate per illustrare le nostre idee e stimolare gli altri, ma lo facciamo in fondo per convincere… noi stessi. Proprio perché non ne siamo convinti. Allora bisogna imparare a distinguere maggiormente le cose, se no facciamo come i politicanti, e siamo viandanti (esagramma 56) con la puzza al naso, capaci solo di imprigionare la gente nel vecchiume, in leggi, regole fiscali, che esigono poi condoni fiscali e indulti, perché le prigioni non possono essere le dimore degli uomini. Ecco perché ogni tatticismo politico, suscitatore di mere reazioni emotive negli ascoltatori, è incapace di fornire prove concrete e di distinguere alcunché, ed è destinato a fallire. Tu, in quanto cittadina del mondo, non sei destinata a fallire.
Il tuo vagabondare in ricerca di pace e di prosperità, genera, sì, iniziale irrequietezza, ma poiché sei continuamente alla ricerca di motivazioni reali per una pace reale, troverai anche il benessere secondo giustizia.
Partirò dunque dall’idea del condono fiscale e dall’oggi, per spiegare questo tuo potere di attuazione di pace e benessere reali in te stessa e, per conseguenza, in coloro che ti contatteranno.
Il condono fiscale è infatti il sintomo di un senso di malessere. Ci troviamo in una circostanza di rarefazione monetaria esasperata, non prevista dalle “autorità” monetarie, cioè da coloro che non possono prevedere alcunché, poiché essendo cretini, convinti che il tempo non ha realtà scientifica, si basano solo su constatazioni, continuando a ripetere “prendiamo atto”. Prendono atto però il tempo passa e non fanno niente, mentre le tue tasche si svuotano.
Con l’avvento dell’euro, la moneta è poca, e vale la metà del potere d’acquisto che aveva precedentemente la lira. Perché? Occorre distinguerne, ancora secondo il saggio Goethe, i motivi. Il primo motivo è il petrolio, il cui prezzo continua ad aumentare.
Ciò accentua il prelievo di soldi dal mercato, in quanto essi vanno a finire, riciclati non nelle tasche di chi li rispende nel mercato interno europeo, ma nelle tasche delle grandi banche centrali, e in modo particolare in quella americana e dei petrolieri. Occorre rappresentarsi un organismo umano da cui si continui a prelevare sangue. Cosa succede? Muore. E cosa sono i soldi se non i globuli rossi del mercato?
Facendo questa comparazione è possibile soddisfare in modo esauriente la curiosità rivolta al come ottenere pace, prosperità e giustizia: la moneta è il sangue del mercato e di tutto l’organismo sociale. Questo significa che il principio della circolarità del sangue, cioè il principio che dovrebbe guidare la circolarità monetaria, è venuto a mancare, perché più petrolio consumiamo, più si ha rarefazione monetaria. E siccome contemporaneamente il prezzo del petrolio aumenta, l’euro subisce in continuazione due spinte: rarefazione sui mercati europei, e sottovalutazione, cioè potere d’acquisto che scema. E il potere d’acquisto che scompare è per il mercato come ossigeno che viene a mancare negli scambi. Ecco perché il senso di malessere che dilaga in tutta Europa si va accentuando sempre di più.
Occorre dunque veramente “distinguere” le motivazioni del disagio, se davvero vogliamo “unire” poi il rimedio pacificatore.
Il rimedio pacificatore non è solamente un rimedio che può essere proposto a livello nazionale o a livello della comunità europea. Deve assumere dimensioni mondiali. Qui sta la possibilità di saziare ogni curiosità in merito alla pace ed alla prosperità.
Essa deve partire dal basso. Non dall’alto.
Perché “il cielo si è posto sotto la terra” (esagramma 11) e “da ciò nasce pace e prosperità per tutti gli esseri” (ibid.).
Invece oggi, dopo aver creduto possibile costruire la casa UE a partire dal tetto, si crede possibile che coloro che ci governano possano ancora rimediare stando sul tetto come palloni gonfiati.
In Inghilterra, per esempio, vale il principio che chi governa deve dare, la casa, il mangiare ed il vestire. Di fronte a questa notizia il debole di pensiero è tutto contento, perché gli sembra un’ottima cosa da imitare. Però non si accorge che questo non è altro che il principio dell'allevatore di bestiame. Cosa programmano i bergamini o gli allevatori di bestiame? Programmano la qualità e la quantità di mangime da distribuire; programmano i consumi delle pecore o dei polli che allevano, come conseguenza della programmazione della produzione.
La curiosità rivolta al come ottenere pace, prosperità e giustizia esige invece un ragionamento inverso. Dobbiamo voler dare al cittadino non i beni materiali ma il denaro per comprarli. Solo così il cittadino, quando spende la sua moneta, può scegliere i beni che vuole consumare. E così facendo determina la cosa più importante: il mercato. Perché condiziona i prezzi di mercato, e cioè la produzione.Quindi la programmazione produttiva va pensata e fatta dal basso, non dall'alto. Dall'alto lo fa l'allevatore di polli in batteria.
Tutti i politici che ci governano parlano infatti di programmare il benessere, tradendo la loro mentalità di allevatori di pecore o di polli.
Pretendendo di fare scelte dall'alto, come quando dicono in merito all'auto: "Come si fa a consumare e a programmare se c'è il problema dell'automobile?". Ecco. Sono privi di idee, completamente “spensierati” in quanto il loro mensile è 50 volte quello di un operaio.
Allora la risposta non può essere che una: mettere i soldi nelle mani del cittadino. La cosa è possibile ed è stata calcolata sulla base della proprietà popolare della moneta. Quando parli di questo principio universale dai un significato pregnante all'espressione: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". La parola "nostro" è qui molto indicativa in quanto anticipa, o perlomeno qualifica la parola "pane". E questo è molto importante. Perché vuol dire che l'uomo, prima di tutto, deve avere la dignità giuridica. Se il diritto non è anche dignità che diritto è? È come un caffè che ti tira giù, verso il bestialismo materialistico pratico: l'uomo o ha il diritto di pretendere ciò di cui ha bisogno, oppure è ridotto al livello in cui è in batteria come un pollo, cioè di allevamento di bestiame.
Questo principio della dignità giuridica è risolvibile solamente con uno strumento monetario nuovo, adatto ai tempi.
Ecco la grande lacuna culturale della tradizione romano-cristiana: la moneta.
Perché dopo il Cristo, che diceva che la moneta fiscale doveva trovarsi nei pesci, e che li moltiplicava col pane per tutti, nessuno ha chiarito cos'è la moneta.
La moneta è una fattispecie sociologico-giuridica a due facce: è misura del valore, come diceva Aristotele, e potere d'acquisto, come dicono le tue tasche. Le due cose, misura del valore e potere d'acquisto, non sono separabili, anche se vanno capite nella loro essenziale diversità.
La misura è convenzione, e dipende dal convenire degli esseri umani verso l'accordo per la convenienza di tutti. Cioè: è utile che ci mettiamo d’accordo tutti per valutare i nostri reciproci interessi.
Il potere d'acquisto invece non dipende da tale accordo, bensì dalla quantità aritmetica delle unità monetarie. Cioè: è inutile che ci accordiamo se i soldi mancano, perché parliamo solo di sogni.
Occorre allora essenzialmente comprendere che l'unità di misura non è l'unità aritmetica. Perché se così fosse, la matematica sarebbe invenzione umana, convenzione umana.
In realtà non è così.
La matematica è sempre e soltanto una scoperta: perché se ho due pani e ne mangio uno, scopro di restare con un solo pane, e questa non è una mia opinione, né un'invenzione, né una convenzione, né qualcosa di relativo. Ed oltretutto è inutile negare realtà al tempo quando il tempo passa e senti la fame.
Oggi invece anche i docenti di matematica insegnano che la matematica è un'invenzione, una convenzione.
Questo è molto grave.
Perché allora si può dire che tutto è anche il contrario di tutto.
Come si fa allora? Si pensa. Si riflette, e si distingue.
Ogni unità di misura è creata per convenzione: il costo tipografico o di conio del simbolo, rispettivamente a carta o a metallo, è pressoché nullo, e tale unità di misura non può che essere accettata per convenzione. Convenzione significa che la moneta ha valore per il solo fatto che noi ci mettiamo d'accordo che lo abbia. Dunque senza l'aiuto del nostro convenire sociale all’accordo convenzionale per l’universalità della convenienza universale, cioè per la convenienza di tutti, una moneta nuova, cristianizzata, non è possibile. E perché questo? Perché la moneta non è solamente un fatto economico, ma è un fatto che tocca anche aspetti spirituali: come lo spirito d'impresa, senza soldi significa impotenza, in quanto non si può produrre alcunché, così non può esiste il denaro senza spirito, perché anche per guadagnare occorre una certa dose di ingegno, che è spirito.
Oggi invece quando si parla del denaro, se ne parla ancora secondo una speciale magia nera, che non permette di considera l'induzione di valore nel denaro attraverso lo spirito. Si parla di denaro e di salario solo per mettere chi lavora contro chi da' lavoro, mentre queste due categorie dovrebbero oggi unirsi non combattersi. Ecco il senso dell’unirsi, “superiori” e “inferiori” non sono più oggi due categorie da considerare in lotta, perché oramai il bubbone è esploso e si è visto che i capitali di ambedue queste categorie di persone sono manipolati dai banchieri.
Il nemico comune è l'usurocrazia mondiale, cioè la magia nera dell'usura "legale". Il nemico è casomai chi presta quello che è già del popolo. Ecco dunque perché il margine di profitto del datore di lavoro, quanto il salario dell'operaio, sono gravati entrambi da un debito non dovuto verso la banca centrale. Ecco allora il senso dell’unire queste due categorie, ma non solo: sinistra e destra dovrebbero stringersi la mano sulla proprietà popolare della moneta. Non per essere innovatori piuttosto che conservatori, ma per essere secondo ciò che è giusto.
Occorre pertanto incominciare a distinguere fra di loro il concetto di moneta e quello di debito: quando si parla di moneta-debito occorre sempre tenere presente che la moneta non può essere debito, e che va intesa piuttosto come oggetto del debito. Comprendendo questa distinzione si comprende anche che la moneta è in realtà oggetto del diritto di proprietà, ed eventualmente anche di credito o di debito. Solo in tale modo si può comprendere che è allora possibile liberare la moneta dal debito, facendole però conservare la proprietà. La non distinzione fra proprietà e debito, o la negazione del valore indotto dal cittadino nella moneta, non può che generare invece confusioni, chiusure e nuova usura.
Il valore indotto è come l'ossigeno portato dal globulo rosso: il globulo del sangue prende l'ossigeno e lo porta in tutto l'organismo, così come il simbolo monetario prende il potere d'acquisto, che è l'ossigeno del mercato, e lo distribuisce a tutti gli operatori del mercato, fino a tutti i capillari dell'organismo sociale.
Infatti, se non si comprende che l'ossigeno è indotto nell'organismo umano dalla subconscia volontà dell'essere umano, che deve diventare consapevole - nella misura del possibile - come naturale ed etico istinto di conservazione, manifestantesi come respirazione, non si capisce neanche che l'ossigeno monetario è indotto nell'organismo sociale dalla subconscia volontà creativa dell'essere umano, come naturale ed etico istinto di conservazione, manifestantesi come attività del pensare universale, il quale conferisce valore alla moneta materiale, che tramite idee e interessi, diventa strumento (monetario) per la loro realizzazione: questo è il valore indotto nella moneta dal cittadino attraverso la sua buona volontà, creatività, idea.
Infatti nello stato di veglia il momento dell'inspirare è quello in cui ascoltiamo o percepiamo le cose del mondo esterno, mentre quando espiriamo, o parliamo, oppure uniamo le nostre percezioni a concetti e idee sotto forma di rappresentazioni, proposte, creatività, prospezioni dialettiche della nostra volontà di essere umani, cioè dei motivi del nostro fare.
Qui, proprio nel nostro respiro, occorre allora divenire consapevoli che l'ossigeno monetario è talento, cioè induzione di valore reale nella moneta, che decidiamo in comune accordo di adottare.
Fuori da questa consapevolezza, anche ogni yoga è inutile, e non si può che ridurre la moneta a debito, perché si crede che il valore sia una proprietà della materia, mentre esso non è altro che un rapporto fra noi e la materia, o fra noi e il materiale umano che costituisce i nostri simili, se proprio vogliamo essere materialisti. Fuori dalla consapevolezza che l'ossigeno monetario, immesso nel simbolo monetario, è valore indotto, si riduce dunque la moneta a debito, anche perché in base allo schema kantiano della teoria del tempo, salta il concetto di previsione del potere d'acquisto.
Da questo punto di vista Auriti è l'unico pensatore che si è accorto del kantismo monetario come teoria da superare, esattamente come se ne era accorto Rudolf Steiner.
La risposta al come ottenere pace, prosperità e giustizia è dunque la moneta di proprietà del portatore, da attuare ovviamente col senso della misura, cioè gradualmente. Perché la moneta è il sangue del mercato, e non possiamo di colpo levare il sangue.
Solo riuscendo ad attuare la nuova moneta dei popoli sarà possibile la trasfusione nel sangue malato della moneta debito una nuova linfa vitale, l’ossigeno necessario, cioè il valore consapevolmente indotto. Altrimenti i bambini continueranno a morire a causa del medesimo “Erode” di 2000 anni fa, anche se oggi Erode si è fatto molto scaltro e si basa sull'addormentamento dei popoli.
Anche se si comincerà a farla circolare in un piccolo centro o gruppo, essa si allargherà a macchia d'olio, proprio come aveva incominciato ad allargarsi a macchia d'olio il cristianesimo con la moltiplicazione dei pani e dei pesci "contenenti moneta fiscale".
Pesce in ebraico si dice "dag", e da qui nasce il concetto di dogma.
Questo della moneta proprietà del portatore è pertanto l'unico dogma possibile, anche per ogni confessione religiosa o politica che abbia a cuore il benessere universale. Il possibile crescerà dando l'esempio, come Gesù di Nazaret che insegnava con l'esempio.
La differenza fra civiltà e barbarie, fra pace e guerra, fra benessere e malessere è appunto quella fra moneta-proprietà, cioè moneta cristianizzata o umanizzata, e moneta-debito anticristiana.
Noi oggi abbiamo la barbarie perché l'uomo è ridotto ad un livello inferiore a quello della bestia. Perché con la moneta debito, perde la proprietà non solo della moneta ma di tutto il suo patrimonio, e persino la sua dignità.