15.4.06

Via 1ª = 01-08

Socializzazione degli egoismi

Il tuo potere autoespressivo e di creatività (esagramma 01) attrae l'attenzione altrui, e nella misura in cui esso è ricerca evolutiva dei migliori modi dell’agire, esige la solitudine dell’elaborazione interiore. In tal modo lavorare per il bene collettivo consegue al lavoro interiore, e la creatività si fa sempre più libera e disinteressata. Ciò promuove in te anche la facoltà negoziale di arti e idee, in quanto l’immaginativa morale, che alberga in te secondo le “leggi della solidarietà” (esagramma 08) è notevole. Infatti sapere interessare la gente su ciò che è bello, equo, e vero, è tipico di chi in base a tali “leggi” riesce a promuovere qualcuno o qualcosa. Anche quando non tutti ti seguono, occorre tirare avanti da soli per la nostra strada. Questa è la strada della socializzazione degli egoismi. E vale per il tempo presente. Senza immaginativa morale (esagramma 01) l’uomo sarebbe sempre alla ricerca di leggi morali dirette da fuori di sé, oppure di qualcuno che abbia le qualità del leader a cui potersi ispirare. Nel regno umano, invece, creatività e solidarietà vivono insieme, e ciò forma l’individuale potere di conoscenza immaginativa e del relativo comportamento morale. Che lo studio seguente dell’uno e dell’otto ti siano propizi.

Esagramma 01: Il creativo
Il successo umano deriva da creatività cosmica proveniente da profondità primordiali in cui vige l’“indivisibilità” del benessere. Prendere coscienza di tale indivisibilità, è prendere coscienza dell’Uno rispetto al molteplice. Per esempio, chi pensa solo al proprio interesse economico e crede di poter separare il bene proprio da quello degli altri, dimostra di non saper fare il proprio interesse.
La tua e altrui felicità possono attuarsi solo perseverando nell’equità. Perché la creativa luce primordiale dell’Uno e quella attiva nello spirito umano sono la medesima realtà, la cui qualità intrinseca è la forza di muoversi svincolata da qualsiasi condizione spaziale o fissità.
La luce è immateriale e non può essere misurata. La sua immagine è il cielo, e il celato traspare nell’umano in quanto moto fondato sul tempo. La potenza del tempo è nell’uomo perseveranza nella durata della sua creatività; nel cosmo è incontrovertibilità dell’operare divino. L'azione creativa di tale operare forma nei popoli il cittadino sovrano, guidandoli e svegliandoli tramite forza stellare nella loro natura superiore da sviluppare come fiore primaverile.
L'inizio di tutte le cose sta in questo unitario mondo spirituale sotto forma di idee che devono ancora realizzarsi. Nel regno umano tale inizio è insito nella forza di conferire forma a queste immagini primarie delle idee, come quando il colare di pioggia dall’alto e dal basso (Genesi 2,6) verso ogni singolo ente, conferisce nuovamente loro ogni forma.
In questo consiste il successo umano: osservare in tempo reale la luce di cause ed effetti, secondo il culto della luce di ogni tempo, e del tempo presente, che ha la forza di vincere l’anacronistico drago, avverso al riconoscimento e alla realizzazione del senso universale delle cose. Il senso è tuttavia percepibile nei fenomeni condizionati dal tempo, il quale conferisce loro l’inizio e la fine.
Nella misura in cui ogni gradino raggiunto è contemporaneamente preparazione del successivo, questo tuo potere non ha fine: perché il tempo è il mezzo, non l’impedimento per realizzare il possibile, secondo le salde leggi di ogni avvenimento, capaci di creare anche stati durevoli.

Esagramma 08. Solidarietà
La solidarietà è la forza unitiva che collega i singoli esseri umani come gocce della medesima acqua. L'immagine dell’acqua che sulla terra scorre raccogliendosi dovunque la esprime simbolicamente, per es., nel mare dove si radunano tutti i fiumi.
Quando la consapevolezza sociale si risveglia, la riflessione pensante riconosce la fraternità reale come scoperta della solida­rietà economica, secondo la qua­le tutti abbiamo bisogno di tutti. Allo stesso modo riconosce che le tre idee di “fraternità”, “libertà”, e “uguaglianza”, essendo tri-unitarie, possono attuarsi solo nelle loro rispettive e tri-articolate sfere naturali: la prima, nella sfera economica, la seconda, nella sfera culturale-spirituale, e la terza, nella sfera politico-giuridica. Diversamente, cioè fuori dai loro rispettivi canali di attuazione, esse vengono subito distorte da forze contrarie all’evoluzione dell’umanità.
Chi sa riconoscere che la cooperazione degli uomini nella vi­ta economica deve fondarsi su quella fratellanza che sorge dall­’associarsi, non può pertanto disconoscere la rela­tiva indipendenza mirante a realizzare l’impulso della libertà nel campo spirituale-culturale, né quella del sistema del diritto pubblico, riguardante i rapporti puramente umani da persona a persona mirante ad attuare ­l’idea di eguaglianza. Perché solo comprendendo la vita dell’organismo sociale attraverso i rapporti di tale principio tri-unitario è possibile avvicinarsi alle “leggi della solidarietà” (Cfr. I King, Ed. Astrolabio, pag. 94), secondo un pensare non meramente logico ma conforme alla realtà.
Solo così, cioè attraverso riforme del diritto societario riguardanti l’attuale dominio della carta (persona giuridica nel linguaggio giuridico) sulla carne (persona fisica), si può impedire all’astratto di dominare il concreto, e promuovere la liberazione degli schiavi o dei deboli.
I deboli possono solidarizzare fra di loro solo per l'influenza di ferma determinazione a volere, rinvenibile nella loro individuale sindéresi, cioè nell’interiore posto direttivo, assunto come necessario e imprescindibile criterio d'unione: non si tratta di aggregarsi ad altri per completarsi reciprocamente e favorirsi in solidarietà nel regno della quantità, ma della qualità. Per un tale raduno vi deve essere un centro qualitativamente riconosciuto attorno al quale raccogliersi.
Ecco perché diventare il centro di raccolta di collettività umane è cosa difficile e di grande responsabilità: occorre grandezza interiore, coerenza, e forza per farlo.
Per stabilire se si è all’altezza di tale qualità di impresa e radunare soci attorno a sé, occorre dunque esaminare se stessi. Il sigillo di chi è chiamato ad associarsi non è qualcosa di anacronistico, come per esempio l’individualismo egoistico partitocratrico-economicistico, né astrattamente velleitario, astrologico, o magico. È esclusiva conformità alle esigenze sociali del tempo presente, e consiste nell’idea di socializzazione degli egoismi. Qui, l’esagramma 08 si collega all’esagramma 01, esattamente come nel campo musicale i suoni si ricollegano alle relative ottave.
Oggi è infatti tempo di prendere coscienza dell’indivisibilità del benessere: i tempi hanno infatti dimostrato che ciò non può avvenire col buonismo o con il volontarismo (per es.: no profit, volontariato, catechismi vari, ecc.).
Le filosofie del sentimento (cattolicesimo) e della volontà (il contenuto del concetto di volontà qui inteso non riguarda la mera intenzione a volere, che è ancora determinazione del pensare (sistema nervoso), bensì la volontà in atto (sistema metabolico), cioè il consumo di energia, o ATP, per esempio: l’attivismo, lo statalismo, o il “dover essere” kantiano inteso come mera esecuzione di ordini) hanno infatti dimostrato che non possono nulla senza trasformarsi in filosofie del pensare e della libertà di pensare. Oggi occorre riconoscere che l’interesse non è un male, e che “inter-essere” è l’unica forma possibile di associarsi. Ecco perché “chi crede di poter separare il bene proprio da quello degli altri, dimostra di non saper fare il proprio interesse”.
“Epicheia”, cioè “equità”, è la parola chiave del presente e del prossimo futuro, in quanto è
riforma del diritto societario tendente ad attuarsi secondo giustizia reale, vale a dire non secondo il rigore della legge, ma secondo natura e convenienza di tutti. Questa è infatti l’era dell’“acquario”, portatrice di consapevolezza e di giustizia reali. La parola “equo” risuona anche dall’antico “equus”, “cavallo”. I soldati che combattevano a cavallo erano i cavalieri e i cavalieri più importanti erano quelli di Re Artù che sedevano alla Tavola Rotonda, quindi ordinati non secondo la solita gerarchia di tipo piramidale, ma secondo ordine naturale di tipo circolare o sferico, in cui i molteplici “raggi” si rapportino al medesimo centro: secondo uguaglianza, libertà e solidarietà: e solo a questo ordine, nel futuro, l’umanità si dovrà attenere. Ecco perché ai legislatori, che ancora regolino collettività attraverso fiscalità, iniquamente imposte, spetta innanzitutto il compito della riforma del diritto societario.
Anche se da 2000 anni esistono i vangeli, non sappiamo molto dell'idea di Gesù sui tributi a Cesare. Oggi Cesare è il popolo! Così dobbiamo predicare al mondo una nuova morale delle tasse perché essa non esiste ancora. Oggi è necessario che il singolo individuo abbia un criterio, e decida di vivere conformandosi ad esso, generando dentro se stesso impulsi morali.